Come al solito è un pasticcio legislativo costituito da norme e normette che si accavallano l'una sull'altra, spesso contraddicendosi.
Partiamo dagli elementi certi in modo da capire almeno gli aspetti macroscopici:
- Nessuno può sottoporci a perquisizione personale o sequestrare materiale in nostro possesso, fanno eccezione le forze dell'ordine in caso di pericolo per l'ordine pubblico (il carabiniere può perquisire e sequestrare il taglierino al rapinatore, non può farlo con un elettricista che sta evidentemente facendosi gli affari suoi) o in caso di pronunciamento dell'autorità giudiziaria. Nessun vigilantes, guardia giurata, buttafuori, addetto alla sicurezza o chi per loro puo' chiederti (men che meno obbligarti) di vedere e cancellare le fotografie.
- Fotografare è diverso da pubblicare le fotografie, fotografare in luoghi pubblici è sempre permesso, ci sono condizioni e limitazioni alla pubblicazione, non allo scatto.
- Il diritto di cronaca è diritto di chiunque anche se non iscritto ad albi, registri e se non svolge neppure occasionalmente il mestiere di cronista.
- Lo stato italiano tutela la proprietà privata sopra ogni cosa fatto salvo il maggiore diritto comune.
Che vuol dire tutto questo? Da un punto di vista prettamente legale tu puoi fotografare stando all'intero di una struttura privata solo se il proprietario (o chi per lui/loro) ti autorizza, in primo luogo ad entrare, in secondo luogo a fotografare; il lavorare nella struttura non ti autorizza in se, se fai il ragioniere in acciaieria non significa che la domenica puoi andare a fotografare la colata.
Questo non significa che, se tu commetti un abuso fotografando dove non potresti, un vigilantes sia autorizzato a commetterne uno maggiore limitando la tua libertà di azione e movimento fermandoti e chiedendo di visionare e cancellare le fotografie. Sicuramente quello che può fare è fermarti e chiedere di vedere il tuo cartellino, in caso di tuo rifiuto può invitarti ad uscire dalla struttura e contestualmente chiamare le forze dell'ordine che procederanno alla tua identificazione. Se ti rifiuti di lasciare la struttura dovrà comunque chiamare le forze dell'ordine e non procedere autonomamente al tuo allontanamento. Neppure le forze dell'ordine possono obbligarti a mostrare loro le fotografie seduta stante, possono però, in caso di sospetti fondati di pericolosità sociale, metterti in stato di fermo e condurti in caserma per accertamenti, lì eventualmente su ordine del giudice possono sequestrarti la fotocamera e visionare le fotografie (non cancellarle).
Qual'è il principio? Il principio ispiratore è che tu, a rigore di legge, sei innocente, contestualmente sulla tua fotocamera potrebbero esserci immagini legate alla tua sfera personale che nessuno può essere autorizzato per legge a vedere, io ad esempio ho fatto delle fotografie alla mia schiena per documentare l'eventuale modificazione di un paio di nei, immagina quanti possibili scenari di privacy assoluta ci possono essere in una fotocamera, nessuno se non dopo l'autorizzazione di un giudice, può accedere a quelle immagini.
Chiaro che la ragionevolezza invita ad una condiscendenza diversa: fermo restando quanto detto sopra, vale la pena mettere un addetto alla sicurezza della tua azienda in condizione di chiamare le forze dell'ordine che dovranno metterti in stato di fermo e portarti in caserma per gli accertamenti del caso?
E' possibile fotografare aziende private? Come detto dall'interno della struttura sicuramente no senza autorizzazione, ma dall'esterno sicuramente si. Fanno eccezione quelle strutture private che, per vari motivi, rientrano tra gli obiettivi sensibili ad azioni terroristiche: le strutture Telecom, aziende di produzione e vendita di armi, le varie municipalizzate che gestiscono gli acquedotti, stazioni ferroviarie di ferrovie private (oltre a quelle pubbliche), dighe e centrali elettriche, insomma strutture chiave per trasporti, telecomunicazioni e servizi essenziali, pubblici o privati che siano.